Avrei voluto partire da periodi più recenti, ma ripercorrendo i miei trascorsi non ho potuto fare a meno di notare che alcuni momenti della mia vita sembravano proprio dei segnali.
Si potrebbe dire questo di tanti momenti, basterebbe una decisione presa in un modo piuttosto che in un altro a far prendere strade diverse da quelle immaginate. Alcuni però restano più impressi di altri, perché si ha l'impressione che cambino la vita in maniera determinante.
E allora devo partire da un innamoramento, una vera e propria cotta, per una città: Firenze.
Dalla prima gita ai tempi delle elementari quella città ha rappresentato per me una vera attrazione. Volevo andarci, e poi ritornarci, fino a quando, dovendo scegliere il percorso di studi da fare, me la trovai nuovamente davanti. La scuola che volevo fare era lì, e non altrove. Da subito incontrai ostacoli e difficoltà. Eppure, ad ogni tentativo di mollare per ritornare nella più tranquilla Pistoia, c'era qualcosa dentro di me che diceva di non farlo. E non lo feci. Arrivato alla fine degli studi mi resi definitivamente conto che quel lavoro che avevo imparato non mi piaceva, avendone conferma quando trovai il primo impiego.
E allora a cosa era servito andare là per vari anni?
Forse perché lì dovevo incontrare persone che, anni dopo, a scuola terminata, mi avrebbero permesso di conoscere "la persona" della mia vita, una ragazza che frequentava la stessa scuola, ma che non avevo conosciuto, che abitava in quella città, e che sarebbe divenuta mia moglie.
Oggi per me Firenze è una bella città, ancora sconosciuta sotto tanti aspetti. Quell'attrazione che provai quando ero bambino non c'è più.
La strada dei segnali è una strada costellata da tanti "forse", non ci sarà mai la possibilità di una prova, né a favore, né contraria.
Quella cotta, "forse", voleva indicarmi che la mia strada doveva passare da Firenze.