Avevamo cercato di
fare una cenetta in pizzeria per salutare bambini e genitori. Avevamo proposto
una data ma, al momento di comunicarla, ci siamo resi conto che la maggior
parte di loro non poteva esserci. A malincuore, Cinzia ed io, abbiamo
rinunciato all’idea, e siamo saliti in aula con i ragazzi come ogni sabato.
All’uscita alcuni
genitori ci hanno avvicinato, dicendoci che avevano organizzato un piccolo
buffet a base di pizza per il sabato prima della Cresima, la vigilia. Non
potevamo certo rifiutare, era l’ultima volta, forse, che avremmo potuto stare
insieme a tutti loro, in particolare ai ragazzi, perché, come spesso accade,
una volta ricevuto il sacramento in tanti si dirigono verso altri lidi.
E quel sabato è
arrivato. All’ora concordata, Cinzia ed io siamo arrivati al bar indicato, puntuali
tanto da sembrare in anticipo, poi sono arrivati anche gli altri, quasi tutti.
Poco a poco ci siamo
sciolti e si sono formati dei gruppetti che conversavano piacevolmente, prima
di trovare nuovi interlocutori per ricominciare e continuare. Fra una
chiacchiera ed un’altra, un pezzo di pizza ed una bibita, una domanda sui
programmi futuri e qualche considerazione sul passato.
Sapevamo che quel
tempo sarebbe stato breve, anche volendo intrattenersi di più. Le confessioni
per i genitori, padrini e madrine, cominciavano alle 21,00, quindi bisognava
finire presto. All’imbrunire Cinzia ed io ci siamo incamminati verso casa, non
prima di aver salutato e ringraziato tutti quanti per la bella serata e dato l’appuntamento
per l’indomani pomeriggio. Per la strada ci siamo detti che eravamo stati bene,
ed era quasi un peccato che tutto stesse per finire. Poi: “Andiamo a casa a
posare questo pacco (era il regalo che i genitori di avevano fatto), poi andiamo
a vedere cosa fa Sara”. Sara stava lavorando nella pizzeria della parrocchia,
dietro la chiesa.
Quando siamo arrivati
là abbiamo riconosciuto le macchine dei genitori dei nostri ragazzi. Siamo
andati in pizzeria e ci siamo intrattenuti un po’. Poi tornando verso casa,
abbiamo visto alcuni dei nostri ragazzi seduti sui gradini della chiesa. Siamo andati
da loro.
“E voi, che cosa ci
fate ancora qui?”
“Il babbo e la mamma
sono ancora dentro a confessarsi, ci sono solo due preti e stanno andando a
rilento”.
Ci siamo seduti anche
noi e loro hanno cominciato subito ad inondarci di discorsi, senza sosta:
scuola, vacanze, danza, sport, di tutto di più. Era una bella serata, limpida e
calda. Era bello stare lì a parlare con loro, ma soprattutto era bello stare lì
ad ascoltarli. Poi anche i genitori hanno cominciato a venir fuori. Io sono
rimasto con i ragazzi e Cinzia si è diretta verso i genitori. Eravamo di nuovo
tutti a parlare, come poco prima. Ed in quel clima da notte prima degli esami,
dove ognuno raccontava all’altro qualcosa di sé, siamo rimasti lì, fino a
quando il parroco è uscito, a confessioni terminate. Eravamo rimasti solo noi,
ed era tardi. La piazza era vuota, illuminata da deboli lampioni. Ogni tanto qualche
ragazzo passava di lì dopo aver terminato il proprio lavoro nella pizzeria
della parrocchia.
Poi abbiamo cominciato
a darci la buona notte, per riposare in vista della giornata successiva, piena
di impegni e cose da fare, chi per ricevere i parenti che sarebbero arrivati,
chi per preparare la chiesa e tutto il resto per la cerimonia.
E così la serata è
terminata, e la piazza si è svuotata. Dentro di noi nessuna solitudine, come se
quella sera e quella piazza avessero riversato nei nostri cuori tutto ciò che
avevamo fatto e tutto ciò che avevamo detto. Uno di quei momenti che danno
risposte alle domande che ogni tanto ci accompagnano, uno di quei momenti che fanno addormentare con un sorriso, leggero, sulle labbra.
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