E' proprio così. Quante pause.
Normalmente quelle virtuali coincidono con periodi intensi nella realtà.
Anche questa volta la regola è stata rispettata, ma adesso siamo in dirittura di arrivo.
Mi riferisco alla rappresentazione teatrale che andrà in scena fra sette giorni.
Il più è fatto, mancano le prove generali, poi lo spettacolo. L'attesa cresce, ma anche la fiducia di far bene.
Comincio a sentire quella sana tensione che precede gli eventi. E' stato sempre così, prima delle recite precedenti, ma anche prima delle presentazioni dei miei libri, delle dirette in radio e di quella volta in tv.
Vorrei già essere a sabato, ma è ancora presto. Tuttavia comincio già a far collezione di sensazioni ed emozioni, e di queste vi parlerò a giochi fatti. Per ora vi riporto soltanto un episodio che, a mio avviso, la dice lunga sull'atmosfera che avverto e che vorrei tanto che anche gli altri avvertissero, per goderne.
Venerdì, cioè ieri: prove finite, saluto e ringrazio.
Rimangono tutti seduti sulle panche, continuando a parlottare.
Mi sbraccio per attirare la loro attenzione: "Ehi, avete capito? Le prove sono finite, si può andare a letto!"
Uno di loro dice: "Stavamo parlando proprio di questo. Che cosa faremo dopo, quando questo sarà finito?"
Dello spettacolo sarà quel che sarà, ma qualcosa di bello è già accaduto.