L’ultimo atto è consumato.
Tutti se ne sono andati.
Hanno ripreso la loro strada, la stessa percorsa per lungo tempo insieme a te.
Adesso sei disteso nel tuo letto, con le braccia incrociate dietro la testa, appoggiate sul cuscino, e fissi la luna attraverso la finestra aperta, una bella luna piena che risalta nel cielo buio e limpido di una mite notte d’estate.
La fissi e ti sembra che quella si avvicini, come i tanti ricordi belli che, uno dietro l’altro, scorrono nella tua mente, in un breve lasso di tempo che pare lungo un’eternità.
Un leggero battito di ciglia ti risveglia e ti sembra che quella si allontani, ricacciata indietro come quel momento che, imminente, porta con sé l’ansia dell’ignoto.
La luna ha già percorso una curva nel cielo e la voce del campanile ti sussurra che è tardi, che è ora di dormire. Chissà quante altre volte te lo ha detto, ma in questa notte quel rintocco sembra diverso, più gentile.
Decidi di seguire il suo consiglio, ti alzi e vai verso la finestra. Indugi ancora un attimo e fissi di nuovo la luna prima che un lento movimento delle braccia l’accompagni fuori dalla stanza.
Il tuo viso si riflette sul vetro formando per un istante un sol volto con quella sfera luminosa immobile nel cielo.
Sorridi e lei ricambia. Ti rimetti giù e lei riprende il suo cammino.
Domani un’altra luna sorgerà.