Dieci anni fa cominciai l’avventura
del Rifugio parlando di David Grossman.
Oggi, nel giorno del decimo compleanno,
vorrei raccontare un aneddoto che, in qualche modo, vede coinvolto Grossman.
Tempo fa mi stavo aggirando in un
negozio di mobili d’epoca. Stavo curiosando per vedere se c’era qualche pezzo che
faceva al caso mio. C’erano delle madie, delle credenze, dei tavoli. Proprio
uno di quelli stavo cercando. Mi avvicinai, poi frugai nel mio borsello per prendere
il metro per misurarlo. Ma la mia mano non trovò il metro. Lo avevo dimenticato
a casa. Così mi voltai per andare a chiederne uno al titolare del negozio.
Fu in quel momento che vidi un
libro su una libreria. La sua copertina mi colpì. Ebbi come una visione che mi
fece tornare alla mente una foto in bianco e nero di mia madre, quando era ancora
giovane.
Era incredibile la somiglianza che
c’era fra la ragazza raffigurata in copertina e mia madre! Mi avvicinai, perché
i miei occhi vedono meglio dalla giusta distanza. Così riuscii a leggere anche autore
e titolo del libro:
David Grossman, “Col corpo
capisco”.
Il negoziante mi venne incontro: “Posso
aiutarla?”
“Sì, grazie” risposi. “Sarei
interessato a quel…”
Indicai il tavolo, ma non terminai
la frase, perché mi uscirono dalla bocca altre parole.
“Questo libro… anche a lei piace
Grossman?”
“Chi?” domandò.
“Grossman, questo libro” dissi
indicandolo.
“Ah! No, non lo conosco. La
persona che mi ha dato la libreria in conto vendita mi ha dato anche i libri.”
“Ecco, a me interesserebbe quel
tavolo, ma non ho le misure con me. Ripasserò. Ma posso chiederle un piacere?”
“Dica” rispose pazientemente il
negoziante.
“Mi interesserebbe acquistare
quel libro. È in vendita?”
“No, non è in vendita, ma lo prenda
pure” rispose.
“Grazie, lei è molto gentile.”
Oggi il tavolo e il libro hanno
trovato la loro collocazione in casa: il primo in taverna, il secondo nella
libreria del mio studio, che io amo chiamare, più confidenzialmente, “stanza della pace”.