Adesso però avviciniamoci un po' più ad oggi ed arriviamo al 2003. Siamo ben lontani dal periodo di Firenze e nel frattempo altri segnali mi hanno indotto a seguire determinate strade. Ma il 2003 ha rappresentato per me un anno molto importante.
A volte si inseguono sogni, a volte se ne fanno e al mattino sfumano appena appoggiamo i piedi a terra alzandosi dal letto.
Il sogno di quella notte invece no, mi rimase impresso nella mente per giorni e decisi di seguirlo.
Quella notte sognai di scrivere. Le pagine, inizialmente bianche, si riempivano di storie che nemmeno io sapevo di avere nella mente.
Decisi di tentare e la prima cosa che mi venne in mente fu quella di scrivere qualcosa di me stesso. Nacque così "Quattro passi", a cui seguirono altri romanzi negli anni a venire.
Il sogno non era di diventare scrittore, di questo ne sono certo.
Il segnale credo di averlo scoperto dopo.
Scrivendo ho cominciato un'indagine su me stesso, scoprendo cose nuove perfino per me. Ho indagato nei miei pensieri, nei miei sentimenti, nel mio carattere, in tutte le parti di me, come non avevo mai fatto prima.
E quella ricerca mi ha portato a scoprire, per la prima volta, quella che allora definii "la dimensione dell'altro".
Ecco, il segnale doveva esser quello: rendersi conto, per la prima volta di qualcosa mai notato prima, ed adoperarsi per seguirlo, ignorando le difficoltà e le facili ironie. Un progetto da portare avanti, a qualsiasi costo. E così è stato.
Come ogni strada sconosciuta, è solo percorrendola che ci si rende conto di come sia.
Oggi posso dire che quel segnale mi aveva indicato solo la prima tappa.