giovedì 31 ottobre 2024

Prenderla con filosofia - Fine del corso

Quando tutto sembra finito è allora che stai per cominciare.

È una frase che mi accompagna da tanto tempo, in cui tanti, credo, possano riconoscere vari passi della vita.

Alcuni esempi: quando finiscono le scuole elementari, iniziano le medie. Quando finiscono queste, si festeggia, ma non è altro che l’inizio delle superiori, e così via fino ad essere nel vivo della vita vera con tutte le sue sfaccettature, positive e negative.

Ad ogni fine sembra corrispondere sempre un nuovo inizio che non è altro che la prosecuzione del periodo precedente.

Sarà che questa settimana è stata densa di emozioni, sarà perché sto diventando (più) grande, ma ultimamente tante cose mi procurano emozioni.

Per esempio, alcuni giorni fa è terminato un breve corso di approccio alla filosofia. Per il secondo anno mi sono iscritto e, anche per altri corsi frequentati, ho iniziato a fare conoscenza con alcune persone, studenti e insegnante.

Alla fine, quando ognuno stava riprendendo la strada di casa, ho avuto delle sensazioni che erano un misto di malinconia, tristezza, vuoto.

Non mi ha aiutato il fatto di essere stato il penultimo ad uscire dal parcheggio: tutti sono passati davanti ai miei occhi, ognuno con la propria storia da riportare a casa.

E per la prima volta ho pensato che quella frase citata sopra non corrispondesse al vero.

Ho pensato che alcune di quelle persone non le avrei riviste, al di là delle buone intenzioni manifestate durante i saluti.

Ho avuto la sensazione che il non espresso e il non detto avessero prevalso nonostante il desiderio contrario.

Ho pensato che tutto fosse veramente finito, che i fili di un certo arazzo, citato durante precedenti incontri, avrebbero cominciato a sfilacciarsi, se non a rompersi.

Questo è quello che ho provato, a torto o a ragione, ed in cuor mio spero tanto che quell’arazzo continui a mostrare i suoi magnifici colori.

sabato 26 ottobre 2024

Metti una sera a teatro

È notte alta e sono sveglio”.

Sono le parole di una bellissima canzone di tanti anni fa ed è quello che sta accadendo a me.

Nel buio della mia camera, nel mio letto, non riesco a dormire.

I rintocchi del campanile che scandiscono il tempo che passa ed il respiro tranquillo di mia moglie che sta dormendo accanto a me accompagnano, come in una danza, i miei continui movimenti.

Mi giro e mi rigiro senza prendere sonno, perché non posso smettere di vedere le immagini di questa giornata, non voglio smettere di gustare quelle sensazioni e quelle emozioni che mi hanno tenuto compagnia per tutta la durata di questa esperienza, nuova per me, come nuove sono le persone dalle quali mi sono sentito subito accolto e con le quali mi sono sentito subito a mio agio.

Sono già nel giorno dopo.

Ieri era tutto nuovo, era qualcosa che stavo facendo per la prima volta.

In precedenza su di un palco c’ero salito, ma per cantare o per presentare. Spesso il mio ruolo è stato dietro le quinte, a creare, a scrivere, a organizzare.

Ad un certo punto, prima dello spettacolo, ho detto: «È la prima volta che salgo su un palco vero, di un teatro vero. Voglio godermi ogni momento di questa serata.»

E, a mano a mano che l’inizio si avvicinava, sentivo che buone sensazioni crescevano in me, così come crescevano l’emozione e la voglia di calcare quel palco.

E quando questo è accaduto, sono stato rapito da un incanto.

Il tempo ha fatto una pausa. Tutto si è fermato. Tutto era buio davanti a me. Le luci, soffuse, illuminavano parte del palco. Il mio cuore si è scatenato in una danza frenetica per passare, gradualmente, ad un ballo lento, di quelli che oggi non si ballano più.

Un testo da interpretare e di nuovo emozioni, da vivere, da condividere.

Poi lo spettacolo è finito.

In platea ho intravisto care persone che sono venute a vederci. Le ho cercate per salutarle, tutte. Non so se ci sono riuscito.

Senza accorgermene, non ho sentito più i rintocchi del campanile.

Oggi è il giorno dopo.

Ieri sera ho volato.

Le emozioni sono dentro di me.

Il carrello della spesa mi attende. 

sabato 5 ottobre 2024

Buon compleanno Rifugio!

Caro Rifugio,

oggi compi 16 anni, un’eternità nel mondo virtuale.

E dopo tutto questo tempo siamo ancora qua.

Altri blog di questa sfigata piattaforma, obsoleta e antica, sono chiusi o languiscono, abbandonati, da tempo.

Io non ce l’ho fatta né a chiuderti né ad abbandonarti, nonostante ci sia andato vicino molte volte.

A te ho affidato le mie letture, le mie passioni, le mie delusioni, le mie gioie, le mie emozioni, gran parte dei miei sentimenti, ma non tutti come avresti desiderato, perché a te ho affidato anche i miei silenzi e tante parole non dette.

Con te sono cresciuto, pensa cosa arrivo a dirti, non solo con l’età, ma anche come persona, perché, per scrivere, mi hai indotto a riflettere e questo mi ha permesso di conoscermi un po’ meglio.

Pensa quanto sei importante per me.

Ma non montarti la testa, le persone sono molto più importanti di te.

Peccato che qui non se ne soffermino più tante, come invece faccio io quando ne sento la necessità, e quando questo accade, inizia un faccia a faccia tra te e me, dove io posso dire quello che altrove sarebbe difficile o impossibile dire e dove tu, pazientemente, come un amico intimo mi ascolti.

Dai, brindiamo insieme, in silenzio.

Non se ne accorgerà nessuno.

Buon compleanno Rifugio!