mercoledì 10 luglio 2024

Madeleine Delbrêl. Fralezza e trascendenza - Edi Natali – Edizioni San Paolo (2022)

Varie volte ho scritto le mie impressioni dopo la lettura di romanzi. È la prima volta che mi accingo a farlo con un saggio. Pertanto scriverò di ciò che la lettura di questo libro mi ha trasmesso non da filosofo, non da teologo, non da critico letterario, ma da lettore comune quale sono.

 Il libro di Edi Natali si apre con la descrizione del contesto storico in cui è nata e si è mossa Madeleine Delbrêl, nata in Francia nel 1904, morta nel 1964.

In tutto questo periodo sviluppa la sua personalità, la sua spiritualità, il suo modo di operare attraverso virtù che la renderanno una tra le più importanti figure della vita ecclesiale e per le quali verrà proclamata “Venerabile” da Papa Francesco nel 2018.

Il libro è ricco di citazioni e scritti della Delbrêl, scrittrice, poetessa, mistica. Con il susseguirsi delle pagine, si conosce qualcosa in più di lei, che, inizialmente atea, si converte dando inizio ad una costante ricerca di Dio, un percorso di vita in cui ogni attimo è considerato come un momento che vale la pena di vivere.

Dopo che l’uomo di cui è innamorata decide di entrare nell’ordine dei domenicani, lei attraversa un periodo di crisi, ma con la lettura del Vangelo comincia a cambiare tutto.

Inizia così un cammino in cui saprà coniugare contemplazione, preghiera, solidarietà, evangelizzazione, supportando i più deboli, i più poveri e coloro che soffrono. La sua idea di missione non guarda lontano, ma alla porta accanto, perché è lì che la gente soffre, a prescindere dal fatto che sia cristiana o meno.

Credo che questo sia un libro da leggere più volte. Il primo per tentare di capire, le successive per tentare di approfondire.

Per chi, come me, non ha un certo tipo di preparazione e competenze, alcune pagine creano delle difficoltà, ma si superano con la curiosità e il desiderio di aumentare le conoscenze di Madeleine Delbrêl, che per me è stata una bella scoperta.

Credo che in tanti possano rispecchiarsi in alcuni suoi aspetti.

Ad esempio, a me hanno colpito molto il suo passaggio da atea a credente, quel suo uscire per andare incontro al prossimo, quel suo modo di pensare la missione, lì dove occorre che ci sia, anche a un metro, non necessariamente lontano. Sono aspetti, questi, che sento molti vicini ad un periodo della mia vita passata.

La sua vita mette a fuoco dei dettagli che oggi vengono quasi dati per scontati, ma che non lo sono affatto, e che sono sotto gli occhi di tutti, talmente dichiarati da essere celati, per citare una frase di un film.

Lei ce li ricorda e li ripropone all’attenzione dei nostri occhi e, soprattutto, del nostro cuore.

L’ultima parte di queste mie impressioni riguarda l’autrice del libro, Edi Natali, che ho il piacere di conoscere.

Mi sono chiesto, prima di cominciare a leggere, se la conoscenza dell’autore, in questo caso autrice, può influenzare la lettura e in quale misura.

Ebbene, posso dire che sì, un tantino influenza, ma non perché le impressioni vengono alterate. La lettura non viene condizionata.

È bello, però, leggere fra le righe vocaboli, espressioni, concetti, frasi uditi dalla sua viva voce durante gli incontri avuti con lei.

Una parola, scritta nei ringraziamenti, credo che la caratterizzi in modo particolare: arazzo, un intrecciarsi di vite che danno origine a disegni talvolta imperfetti, ma meravigliosi.

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