Eccomi qua, dopo tanto tempo, a scrivere di un libro appena terminato di leggere.
Si tratta di un’autobiografia,
come è scritto nel titolo, di uno dei più grandi artisti musicali del nostro
tempo che, colpito improvvisamente da malattia che ne mina la memoria, decide
di scrivere per mettere in fila tutto quello che è capace di ricordare.
E lo fa scrivendo, a tratti, in
maniera sublime, con i capitoli che iniziano sempre con versi poetici.
L’inizio e la fine sono gli
unici momenti in cui si permette di parlare della malattia. Poco, per dire che
quel tanto che basta a far capire che anche da quella ha tratto una lezione per
imparare qualcosa.
Tutto quello che sta è in mezzo
è la sua vita, vissuta pienamente per e con la musica, con passione, incoscienza,
curiosità, voglia di imparare. Una vita costellata di errori, sempre alla
ricerca di vivere per e con la sua passione.
È impressionante la lista degli
artisti con cui ha collaborato: PFM di cui ha fatto parte per molti anni,
Fabrizio de André con il quale ha trascorso 14 anni fianco a fianco. E poi
ancora artisti di primo livello, nazionali e internazionali, da quelli più
conosciuti a quelli di nicchia. Ha realizzato moltissime colonne sonore di
film e altri programmi. Gli sono state affidate direzioni artistiche e
musicali, dal Festival di Sanremo agli eventi di enti locali, e ha ricevuto riconoscimenti
in ogni parte del globo.
Per me è stata una grande
scoperta. Alcune musiche o canzoni che ho ascoltato varie volte non sapevo
nemmeno che fossero sue.
Emerge da queste pagine un
personaggio ambizioso, ma umile allo stesso tempo, disponibile e pronto ad accettare
sfide all’apparenza impossibili, come la sua malattia che lo colpì nel 2020 e
che lo ha costretto a vivere, come scrive lui stesso, improvvisando come un
buon bluesman.
Un libro che si legge bene e
che, attraverso le fasi della sua vita, ci fa ripercorrere anche alcuni tratti
della storia più recente del nostro paese.
Due frasi, fra le tante, ma che
più di altre hanno colpito la mia attenzione, le scrive attribuendole a De
André. Per uno come me, che ama scrivere, sono due ottimi suggerimenti da
seguire:
“Tutto ciò che non è necessario
è superfluo” o anche “Se non sai cosa aggiungere, togli.”
Una gran bella lettura.